in chat con il lupo
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Ore 16.30, Matteo sta per firmare la propria condanna

Paperino45 ti ha inviato un messaggio – “Ciao Matteo, hai visto la puntata di Dragonball questo pomeriggio? Goku è stato davvero formidabile, ha sconfitto i cyborg in un sol colpo, sono ancora tutto emozionato! Ti va se ne discutiamo meglio insieme?

Io domani sono libero, se non hai compiti potremmo vederci, dai così ti offro anche un gelato e ci facciamo una passeggiata, ho bisogno di un amico come te, mi sei tanto simpatico, cosa ne pensi? Sei d’accordo? Evviva…Allora ti aspetto alla panchina vicino all’altalena, ti vengo incontro appena ti vedo. Ciao bello!”

L’uomo della chat è chiaramente eccitato e lo si intuisce dal modo in cui arriva immediatamente  allo scopo della chiamata.

Attraverso un nome simpatico, che rimanda a un personaggio dei fumetti, acquista con un linguaggio semplice ed elementare la fiducia del bambino, che indisturbato naviga nel web, ostinato a sfruttare e usare quanto prima il ragazzino per la sua personale gratificazione sessuale.

Quando il male porta il tuo cognome

Si trovano dappertutto, ne danno conferma i numeri statistici che vedono la maggior parte degli abusi: dentro le mura domestiche, per mano di volti conosciuti, di familiari, a danno di neonati (“piatto prelibato”, per lo stato di incoscienza durante la prestazione che permette l’esaudimento delle fantasie perverse più latenti).

Per non parlare di quei bambini e bambine, venduti per debito di gioco o droga, dai rispettivi genitori, a quelle comunità che fanno del turismo sessuale e della prostituzione minorile un buisness milionario, usando il pudore, la dignità e l’umanità di chi non avrà più indietro il proprio corpo e la propria mente, oramai segnati per sempre.

Identikit del pedofilo

Alla base della maggior parte di questi casi, c’è un profondo senso di inadeguatezza nei confronti di un partner sessuale adulto; gente affetta da questo disturbo, a sua volta abusata durante l’infanzia e che inconsciamente traduce l’amore in “odio erotizzato”.

Secondo il DSM-IV (Manuale Diagnostico delle Malattie Psichiatriche), la pedofilia può essere categorizzata come parafilia, al pari del sadismo, feticismo, nell’ espressione di un sintomo anomalo dell’eccitazione sessuale, di fronte a stimoli particolari.

Per quanto possa apparire inverosimile, e sebbene raro, questo genere di devianza colpisce anche il sesso femminile; e alla base c’è una cristallizzazione alla fase adolescenziale, che le permette di rassicurarsi sulla propria femminilità vendicandosi in tal modo di quegli uomini dalla quale è stata rifiutata.

Il Child Sex Offender, risponde a stati d’animo talvolta depressivi, a causa della scarsa autostima di cui è affetto, seguito da un’incerta identità e dall’angoscia della solitudine.

E’ molto difficile parlare di recupero del soggetto. Esso è per natura recidivo, ad un apparente miglioramento ne conseguirà una forza più devastante dell’originaria. Ossessionato dal prepubere, cercherà sempre un pretesto, per saziare la sua sete, che lentamente lo logorerà dall’interno, bruciandolo come un incendio.

di Vito Franco