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Dopo l’occupazione di Casapound, nessun riutilizzo dell’edificio in Via Val D’Ala 200
Era il 24 maggio 2011 il giorno dell’accordo tra Istituzioni e occupanti: alle famiglie di Casapound venne assegnato l’edificio di proprietà della Cassa dei ragionieri di Via Val d’Ala 200 per dare una sistemazione provvisoria a tante famiglie senza abitazione. Andrea Antonini, vicepresidente dello storico movimento di destra, lodò il Comune per aver preso l’impegno di sistemare in maniera adeguata le trenta famiglie occupanti a scopo abitativo.

Così non pensò il Vicepresidente del Consiglio del IV Municipio, Riccardo Corbucci, che pochi giorni dopo chiosava: «Gli occupanti hanno ottenuto la possibilità di insediarsi nell’edificio di Via Val d’Ala grazie al tacito assenso dell’amministrazione, in violazione di una proprietà privata». L’occupazione durò qualche mese, il tempo di una serie di polemiche, striscioni lungo tutto il palazzo e poi via tutti.

Aurelio De Laurentiis         
Da allora ad oggi è passato un anno e mezzo e molti cittadini si stanno chiedendo se sia possibile sfruttare l’edificio abbandonato. Ma la Costituzione dovrebbe prevedere che, nell’eventualità di un inutilizzo del bene, si trasformi lo stesso in un immobile al servizio dei cittadini del quartiere. La pensa così l’Assessore per le politiche sociali, Francesco Filini, che si era già battuto per ottenere (invano) l’autorizzazione dal presidente del Napoli calcio, Aurelio De Laurentiis, e proprietario dell’ex cinema Astra di Viale Jonio, così da effettuare una ristrutturazione dello spazio.

La risposta del proprietario era stata tanto laconica quanto negativamente spiazzante. E’ quanto riporta Filini, il quale aveva pensato alla riqualificazione dell’Astra essendo – come quello della Cassa dei ragionieri – un potenziale luogo di cultura abbandonato da anni. Ma non solo. Visti i tempi di crisi si potrebbe configurare anche come sistemazione provvisoria per chi non riesce più a pagare mutuo o affitto e viene sbattuto fuori dalla propria abitazione.

Chiude Filini: «La proprietà privata dovrebbe essere tutelata dalla Costituzione e troppo spesso non è così». Se non dovesse cambiare qualcosa, molto prima di quanto si possa pensare, troveremo sempre più cittadini senza casa e case senza cittadini, tanto l’importante è aumentare gli ingaggi dei giocatori, non migliorare la situazione della gente comune, vero?

di Daniele Pellegrino