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Da George Washington a Bill Clinton, passando per i Kennedy: una storia breve ma intensa, segnata da amori extraconiugali e frequenti scappatelle

Chi pensa che gli uomini politici del presente e del recente passato siano il simbolo di un nuovo tempo, in cui la moralità e l’etica sembrano essere una fetta sacrificabile della torta del successo, si sbaglia di grosso. Il progresso tecnologico e la diffusione di massa dei mezzi di comunicazione – globalizzazione sull’enciclopedia – non hanno fatto altro che portare allo scoperto un malcostume diffuso e usuale fin dai tempi dei padri fondatori americani.

Clinton e la Lewinski, con le dovute correzioni temporali e l’evolversi dei ruoli e dei diritti, non sono altro che la trasposizione di ciò che successe a George Washington: il primo presidente americano ebbe infatti un unico figlio in un rapporto extraconiugale, in seguito all’unione con la schiava prediletta; il finto moralismo statunitense ha poi impedito la conferma dell’identità della discendenza, visto che tutt’oggi la fondazione che gestisce l’eredità di Washington rifiuta di fornire un campione di DNA per la conferma della parentela.

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Se parliamo invece di politici, il recente scandalo del deputato Weiner, scoperto a inviare infelici autoscatti a giovin donzelle (per la felicità dei giornali, che oltre allo scandalo si sono trovati il titolo pronto: Weiner in inglese significa “salsiccia”), e le bugie del senatore democratico John Edwards, colpevole di aver mentito sul suo adulterio (con tanto di figlia illegittima), rimandano a un caro amico di Washington, quel Thomas Jefferson che ebbe un ruolo fondamentale nella stesura della dichiarazione d’indipendenza e che fu eletto alla terza presidenza degli Stati Uniti: fu un grande politico e un grande donnaiolo, visto che la sua schiava preferita diede alla luce ben sei figli.

Postumi invece sono stati gli scandali legati ai fratelli Kennedy: nonostante le numerose amanti di JFK l’assenza di tablet e telefonini ha permesso al presidente americano di arrivare “incensurato” alla prematura morte; è diversa invece la storia di Ted Kennedy, che a causa della scomparsa della sua assistente in un misterioso incidente d’auto nel 1969 dovette rinunciare alla presidenza. Nemmeno per l’unico presidente “single” ci fu pace: James Buchanan, in carica dal 1857 al 1861, è tutt’ora l’unico presidente scapolo nella storia degli Stati Uniti. Venne a lungo accusato di essere gay e di avere rapporti con il vicepresidente, William King (guarda caso l’unico vicepresidente scapolo nella storia americana).

Quando erano entrambi deputati, i due divisero la casa per 15 anni, dando il via a voci di ogni genere: per alcuni erano “Buchanan e sua moglie”, mentre l’ex-presidente Jackson usava appellare William King come “Miss Nancy”. E per fortuna che non c’erano gli smartphone.

di Nicola Guarneri