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Il facile gioco di parole è quanto mai azzeccato visto il gran numero di arresti ‘eccellenti’ concentrati nel giorno della ‘festa degli innamorati’: dal direttore finanziario di Mps Baldassari, al finanziere Proto, passando per Rizzoli e per lo sportivo Pistorius. Il 14 febbraio è stato il giorno in cui la cronaca ha sopraffatto ogni altra sezione giornalistica.

Il caso che ha fatto più scalpore è quello legato al nome di Gianluca Baldassarri, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta che riguarda la banca Monte dei Paschi di Siena. Pare che al momento dell’arresto, effettuato dalla Guardia di Finanza, l’uomo fosse imbottito di denaro – i quotidiani nazionali parlano di 30 mila euro – e stesse per imbarcarsi su un volo in direzione Londra.

Il principale capo di accusa, che ha fatto trattenere l’uomo a San Vittore la notte del 14 febbraio, sono “concorso in ostacolo alle funzioni di vigilanza in relazione all’occultamento di un contratto (…) relativo a un’operazione finanziaria del 2009”, fa sapere la procura di Siena. Secondo un’inchiesta di Davide Vecchi su Il Fatto Quotidiano, si tratterebbe di un contratto segreto che celerebbe un buco finanziario di oltre 700 milioni.

Ancora più grave l’accusa di “associazione criminale”, legata a un rimpatrio di denaro illecito fatto rientrare con lo scudo fiscale. Si parla di ben 20 milioni di euro, che secondo l’accusa Baldassari avrebbe affidato a società fiduciarie, andando contro lo stesso istituto bancario di cui faceva parte. La patata bollente passa al tribunale, che valuterà se confermarne l’arresto. Certo, se le accuse fossero dimostrate con certezza e se si confermasse che l’uomo era davvero in procinto di fuggire all’estero, l’innocenza di Baldassarri sarebbe difficile da credere.

Nascosto tra i roventi messaggi d’amore di San Valentino, il secondo nome che scotta è quello di Alessandro Proto. Nell’ambiente conosciuto come ‘mago della finanza’, è stato rinominato dalle Fiamme Gialle che lo hanno arrestato “abile truffatore”. La truffa consisteva nel comunicare al mercato false comunicazioni sul valore delle azioni, in modo da ostacolare la vigilanza e danneggiando gli imprenditori meno esperti in finanza, che non conoscevano il reale prezzo delle azioni emesse. Il broker – non ancora 40enne – vantava una laurea alla Bocconi (senza esservi mai iscritto) e aveva recentemente annunciato di voler acquistare Pubblico, il quotidiano fondato lo scorso settembre da Luca Telese e fallito dopo tre mesi.

Solo pochi giorni prima, l’ondata di arresti di furbetti potenti, aveva investito il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, accusato di corruzione internazionale e addirittura un ex ministro come Raffaele Fitto, che è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per corruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso d’ufficio.

La condanna del politico (ministro per gli Affari Regionali nell’ultimo governo Berlusconi) ha fatto infuriare diversi esponenti di centrodestra, tra cui il candidato presidente della Lombardia Roberto Maroni, che ha parlato di “giustizia a orologeria” per colpire l’area politica del centrodestra. Come se in clima elettorale la magistratura dovesse prendersi un mese di ferie, concedendo furberie ai potenti ed evitando le condanne.

“Bancarotta fraudolenta”, invece, è l’accusa per l’imprenditore Angelo Rizzoli, con un crac di addirittura 30 milioni di euro. Un altro arresto ‘criticato’ dagli esponenti del Popolo della Libertà, visto che la moglie di Rizzoli, fa parte proprio di questo partito. Se le accuse saranno confermate, però, ci sarà poco da criticare, anzi.

Rientra tutto nella sezione cronaca, abbandonando la politica, il caso di Oscar Pistorius, che ha sporcato di sangue il giorno di San Valentino, investendo tutte le pagine di sport e di cronaca nera internazionale. Il velocista sudafricano, infatti,  ha sparato alla propria compagna nella sua abitazione di Pretoria, uccidendola sul colpo. Si è difeso dicendo di credere si trattasse di un ladro, senza persuadere di certo l’accusa, che parla di omicidio volontario. Se ne occuperà la polizia del suo Paese, mentre in Italia il dibattito pubblico si è concentrato sul solito dilemma, rispolverato a ogni tragedia simile: è giusto tenere un’arma in casa? Forse, almeno su questo, siamo più avanti del Sudafrica e degli Stati Uniti, rispondendo con un perentorio no.

Il rapporto ha spopolato sui social network ed è stato ripreso da molti quotidiani nazionali: il passaggio da San Valentino a San Vittore, dalla politica (e persino dallo sport!) alla cronaca è diventato davvero molto facile.

di Luca Romeo