(foto fonte web)

(foto fonte web)

Spread the love
(foto fonte web)
(foto fonte web)

Il genoma degli esseri umani presenta il 98% di geni in comune con il genoma dei primati non umani; allora cosa ci rende gli unici esseri in grado di comunicare attraverso l’utilizzo del linguaggio?

Il probabile candidato di questa importante diversità tra i primati umani e non, sembra essere un gene appartenente alla famiglia dei fattori di trascrizione FOX, il gene FOXP2.

Diversi studi hanno dimostrato il suo coinvolgimento nei processi che regolano il linguaggio, così come un ruolo chiave nel determinare lo sviluppo delle aree cerebrali responsabili di tale processo; in realtà FOXP2 assolve anche la funzione di regolare in maniera fine la produzione delle strutture deputate alla fono articolazione, che si riscontrano esclusivamente negli esseri umani.

Dal punto di vista evolutivo non è corretto affermare che il linguaggio sia una prerogativa dei primati umani, poichè anche altre specie animali sono in grado di comunicare tra loro attraverso l’utilizzo di forme differenti di linguaggio, quali le vocalizzazioni; in particolar modo sia le scimmie che i roditori utilizzano questo tipo di comunicazione in diversi contesti sociali: i piccoli quando vengono isolati dalla madre e richiamano la sua attenzione per le cure materne, mentre gli adulti perlopiù per la fase di corteggiamento o di difesa del territorio.

In realtà ciò che rende il linguaggio umano più elaborato di quello animale sembra essere correlato proprio alla proteina FOXP2 degli esseri umani che appare leggermente diversa da quella espressa nei primati non umani; la comparsa di due sostituzioni amminoacidiche nella proteina umana sono apparse subito dopo la separazione evolutiva dei primati umani dai primati non umani, in concomitanza con la comparsa del linguaggio verbale nell’uomo.

Uno studio recentissimo, ha appena evidenziato la presenza di differenze nell’uso del linguaggio anche all’interno degli esseri umani, con le femmine che sembrano imparare prima a parlare rispetto ai maschi, inoltre sembrano essere in grado di pronunciare più velocemente le parole e di essere in grado di acquisire un repertorio vocale più ampio di quello mostrato dagli individui corrispondenti di sesso maschile. Le differenze nei due sessi sono state dimostrate da due scienziati americani, J. Michael Bowers e Margaret McCarthy dell’Università del Maryland a Baltimora, i quali hanno basato la loro ricerca partendo dall’analisi dei livelli di espressione della proteina FOXP2, sulla base del suoi coinvolgimento nella produzione del linguaggio.

(foto fonte web)
(foto fonte web)

 Nello studio condotto dai due ricercatori, sono stati valutati i livelli di espressione di FOXP2 nei piccoli di ratto di entrambi i sessi, e ciò che è emerso è che i maschi emettono un numero di vocalizzazioni più elevato rispetto alle femmine in seguito all’isolamento materno; questo aumento si correla ad un corrispondente incremento di quasi il doppio, dei livelli di espressione della proteina FOXP2 nei maschi rispetto alle femmine, in quelle aree cerebrali responsabili delle vocalizzazioni e di altre aree, quali l’amigdala, la corteccia cerebrale e il cervelletto. Invece non sono state trovate differenze di genere nei livelli della proteina in aree non coinvolte nella produzione delle vocalizzazioni ultrasoniche.

Lo stesso studio è stato condotto per una corrispondenza, anche su analisi autoptiche di bambini di 4-5 anni di entrambi i sessi. Ciò che è emerso è che i livelli della proteina FOXP2 nell’Area di Brodmann , responsabile della produzione del linguaggio insieme alla corteccia frontale, sono il 30% più alti nelle femmine anziché nei maschi, contrariamente a quanto si verifica nei cuccioli di ratto.

In conclusione, sembra che negli esseri umani il genere più “comunicativo” sia quello femminile, in accordo con dati provenienti da studi precedenti, mentre nei ratti il genere più comunicativo sembra essere quello maschile; entrambi sono però correlati ad un’alta espressione dei livelli proteici di FOXP2 confermando ulteriormente il suo coinvolgimento nelle capacità linguistiche delle specie animali.

di Alessia De Felice

Citazioni Bibliografiche:

http://www.lescienze.it/news/2013/02/25/news/gene_foxp2_linguaggio_uomini_topi-1524308

http://www.nextme.it/societa/sesso-e-comportamenti/5221-donne-parlano-piu-uomini

http://www.lescienze.it/news/2009/11/13/news/un_gene_per_il_linguaggio_umano-572821