(foto fonte web)
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Los Angeles. Neil è un ladro ipermetodico il cui motto è “Non fare entrare nella tua vita niente da cui tu non possa sganciarti in 30 secondi”. Vincent, altrettanto perfezionista, è il detective che gli dà la caccia.

Il miglior film di Michael Mann, il suo (quasi) capolavoro; film totale che richiama alla mente i grandi duelli della storia del cinema passati al setaccio dall’atmosferica antispettacolarità del regista di Chicago, qui alla realizzazione del progetto a cui aveva dedicato gran parte della sua carriera e sul cui soggetto aveva anche diretto nel 1989 il tv-movie “L.A. Takedown” (in italiano “Sei solo, agente Vincent”), lontano parente di questo.

E’ indubbio che il successo e l’ottima riuscita del film dipendano in gran parte dallo scontro tra titani (sfida nella sfida) Pacino-De Niro, sul quale sono fiorite ingenerose leggende (tra cui quella dei capricci sul minutaggio altrui, che doveva essere perfettamente identico); il loro confronto al ristorante è tuttora l’unica scena in cui abbiano recitato uno di fronte all’altro (ma per settembre è prevista l’uscita in America di “Righteous Kill” di Jon Avnet, in cui hanno il ruolo di due anziani detectives); e, a proposito, l’understatement di De Niro e il gelido pathos infuso al suo Neil senza la minima concessione allo spettacolo – e perciò ancora più ammirevole – prevalgono a nostro avviso su un Pacino strepitoso come sempre ma sin troppo pacineggiante, e dunque uguale a se stesso.

Detto ciò, “Heat” è anche molto altro: un ottimo disegno dei personaggi secondari (spicca Ashley Judd, magnifica protagonista assoluta e silenziosa di una scena che vale metà film), una cura certosina dei dialoghi, come sempre in Mann (“Quando piove, ti bagni”: mai ascoltate perle di saggezza più secche sulla dura arte del crimine); un apparato tecnico di prim’ordine (fotografia di Dante Spinotti, musiche di Elliott Goldenthal) e mano immobile nel governare con sicurezza due ore e tre quarti di action-movie (con grandi vette di genere, come la violentissima sparatoria dopo la rapina in banca) senza mai tradire la propria coerenza intellettuale.

Splendido film di guardie e ladri dove ogni personaggio dà l’impressione di poter aspirare a un posto anche nel mondo reale; e una morale, semplice e inattaccabile, detta da Nate (Jon Voight) a Neil: “Lui può riuscire o fallire; tu hai una sola possibilità”

Heat – La sfida

(Michael Mann, 1995)
genere: Thriller

http://cinema-scope.org/

recensione di Giuseppe Pastore