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Il sistema immunitario ha la funzione di proteggere il nostro organismo dall’attacco di virus e agenti patogeni essendo in grado di distinguere tra le componenti cosiddette self, ossia le strutture endogene dell’organismo, e le componenti non-self, ossia le strutture esogene che possono interferire con il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Per esercitare questo importante compito il sistema immunitario si avvale sia dell’immunità specifica mediata dai linfociti T, cellule specializzate nella produzione di citochine, così come dell’immunità innata, mediata dai linfociti B che producono anticorpi; i linfociti T possono ulteriormente riconoscere come estranee le cellule self del proprio corpo, innescando malattie autoimmuni, e devono essere eliminati dal sistema immunitario durante il suo sviluppo.

Secondo il modello immunologico attuale, le cellule T si attivano solo dopo essere state esposte all’agente patogeno attraverso i macrofagi, quindi iniziano a moltiplicarsi per debellare l’infezione, ma la loro replicazione dipende fortemente dai livelli di vitamina D presenti nel sangue: se la vitamina D non raggiunge i livelli sufficienti, i linfociti T smettono immediatamente di dividersi.

La vitamina D viene prodotta naturalmente dal nostro corpo quando la pelle viene esposta al sole, si ritiene che la dose ottimale che deve essere assunta giornalmente sia intorno ai 25 e i 50 microgrammi, ma nella maggior parte della popolazione i livelli di vitamina D non raggiungono la soglia limite, questo contribuisce ad aumentare il rischio di insorgenza di patologie del sistema immunitario tra cui la sclerosi multipla.

La sclerosi multipla è una malattia con una forte interazione gene-ambiente che coinvolge sia il sistema immunitario che il sistema nervoso centrale, poiché il mal funzionamento del primo si ripercuote sostanzialmente nell’alterazione della trasmissione dell’impulso nervoso mediata dal secondo.

Uno studio molto recente, sembra affermare che nella sclerosi multipla ci sia una forte relazione tra lo sviluppo del sistema immunitario dei neonati, con i relativi livelli di vitamina D, e il mese di nascita dei piccoli, con uno sbilanciamento a favore dei neonati nati nel mese di Novembre che sembrano essere considerati più “fortunati” per la presenza di livelli di vitamina D più alti.

La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori britannici, finanziata anche dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, nella quale sono stati misurati sia i livelli di vitamina D che dei linfociti T nel cordone ombelicale di 50 bambini nati nel mese di Novembre, ed altrettanti 50 bambini nati nel mese di Maggio a Londra. La scelta deriva dal presupposto che il nostro corpo produce vitamina D quando la pelle viene esposta al sole, per questo motivo il mese di nascita potrebbe contribuire con un peso diverso all’eziopatogenesi di una malattia del sistema immunitario come la sclerosi multipla.

I risultati hanno mostrato che i neonati di maggio avevano livelli significativamente più bassi di vitamina D (circa il 20% inferiori rispetto a quelli nati nel mese di Novembre) e livelli significativamente più elevati (circa il doppio) di linfociti T rispetto ai neonati del mese di Novembre. Questi dati indicano che i bambini nati a Maggio potrebbero manifestare un rischio più elevato di sviluppare la sclerosi multipla, in relazione all’innalzamento dei livelli di linfociti T e all’abbassamento dei livelli di vitamina D nel sangue.

Lo studio condotto potrebbe essere un buon punto di partenza per valutare l’effetto del supplemento della vitamina D nelle donne in gravidanza e il conseguente impatto sullo sviluppo del sistema immunitario e sul rischio di sclerosi multipla ed altre malattie autoimmuni, ma non bisogna  tralasciare che la sclerosi multipla, così come altre malattie del sistema immunitario, sono patologie multifattoriali la cui insorgenza dipende sia da anomalie genetiche che dal verificarsi di determinate condizioni  ambientali.

di Alessia De Felice