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(foto fonte web)
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Un mite e taciturno barbiere affida diecimila dollari, in un improbabile affare, ad un imprenditore che sparisce col malloppo. Intanto la persona a cui ha estorto il denaro sotto anonimato, che è anche l’amante di sua moglie, scopre tutto, e lui è costretto a ucciderlo. Che grande film è “L’uomo che non c’era”, addirittura superiore a “Fargo”, forse il migliore in assoluto dei Coen.

Joel e Ethan Coen, 2001

Omaggio appassionato al grande noir ma ciononostante senz’ombra di alcun manierismo: i residui sospetti se ne volano via a metà film, quando è ormai evidente la solidità della (stupenda) sceneggiatura. C’è di più: i due registi non solo non imitano nessun modello, ma aggiungono al genere tocchi di humour nero e surrealismo (il parrucchino, il disco volante) tipicamente “coeniani”.

Tecnicamente ineccepibile, regge il confronto anche nella sostanza con i Wyler, gli Huston, i Polanski: storia di un uomo inesistente (ma il titolo originale può avere una doppia traduzione: vuol anche dire “l’uomo che non era lì”), dell’Antieroe per definizione, il massimo ritratto della mediocrità, reso magistralmente da un Billy Bob Thornton solo in apparenza monocorde.

Perde qualche colpo solo nell’ultima scena, ma è un difettuccio ampiamente perdonabile. La scena con Scarlett Johansson è un’esplicita citazione di “Lolita”, ovviamente interpretata alla maniera dei Coen. Regolarmente ignorato agli Oscar.

Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2006/11/24/luomo-che-non-cera-joel-e-ethan-coen-2001/