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Lo scorso 29 Giugno si è spenta alla veneranda età di 91 anni, Margherita Hack, la più grande studiosa italiana delle stelle e dell’universo, donna dotata di un intenso attivismo politico e di una mente estremamente moderna, una grande scienziata senza egocentrismo tipico degli intellettuali. 

Nata a Firenze da padre protestante e madre cattolica, Margherita Hack si iscrive alla facoltà di Fisica dove si laurea nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, una classe di stelle variabili, addentrandosi quindi nello studio della spettroscopia stellare, che resterà il suo campo di ricerca per tutta la vita. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, è stata anche membro dell’Accademia dei Lincei, ha pubblicato vari trattati che ancora oggi vengono considerati come testi fondamentali per chi studia l’astronomia.

Ripercorrendo le tappe della vita di Margherita Hack si denotano prestigiosi riconoscimenti, non a caso è stata definita per anni una delle menti più brillanti della Comunità scientifica italiana, ma ciò che le ha fatto guadagnare rispetto ed ammirazione nel corso degli anni, sono state le sue battaglie condotte con grande spontaneità, dalla scelta di vita di essere vegetariana al suo contributo nella parità tra sessi, alla sua visione politica.

L’ultimo libro da lei pubblicato La stella più lontana. Riflessioni su vita, etica e scienza raccoglie alcune delle sue riflessioni riguardo la dicotomia tra scienza e religione, la sua visione dell’origine dell’universo e la posizione che l’uomo assume all’interno di esso, fino ad arrivare ai principi etici che caratterizzano la ricerca nel mondo scientifico.

Poli opposti

Da sempre scienza e religione si trovano ai due poli opposti della conoscenza, fortemente in disaccordo ma necessari l’un per l’altra, la Hack affronta più volte la dicotomia esistente tra la scienza e la religione: la scienza basa i suoi principi sull’esperienza, quindi sull’osservazione dei fenomeni al fine di spiegarne le leggi che li regolano, la religione si domanda il perché delle cose, molto spesso è la figura di Dio a spiegare quei fenomeni che avvengono in natura, i quali sono descritti dalla scienza, senza però spiegarne il perché si verificano.

È qui che nasce la visione secondo cui scienza e religione sono destinate a convivere pacificamente senza però andare d’accordo: mentre lo scienziato sente la necessità di spiegare come è fatto il mondo, per gli uomini di fede è necessario capire il perché delle cose, domanda a cui la scienza non sarà mai in grado di rispondere.

Essere vegetariani

All’interno di questa dicotomia si insinuano anche i principi etici, secondo la Hack la scienza mette a disposizione della comunità il suo contributo per garantire il benessere degli esseri viventi, quindi lavora rispettando l’etica secondo la quale tutti gli animali, i quali condividono il 99 per cento di somiglianza del genoma con gli esseri umani, meritano la loro stessa considerazione; da qui nasce la sua scelta di essere vegetariana in linea con la sofferenza provocata dalla macellazione degli animali.

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Inoltre la carne è ricca di agenti inquinanti che vengono usati per coltivare la terra, lo stesso foraggio che viene poi usato dagli animali per nutrirsi; si viene così a creare un ciclo in cui gli agenti inquinanti presenti nella carne, entrano direttamente nell’uomo, contribuendo all’insorgenza di numerose malattie.

L’Universo

Uno dei modi migliori per onorare una grande scienziata quando questa ci lascia, è quello di ricordare le sue grandi scoperte, raccontando l’universo da lei descritto per anni si ha come la sensazione di regalarle ancora una volta un immenso sorriso.

Come Margherita Hack racconta la nascita dell’Universo? Ci troviamo dinanzi ad una scena che risale a circa 13 miliardi di anni fa, l’Universo appare come una massa densa e con rarefazioni di gas, ma se torniamo indietro nel tempo, fino a raggiungere il momento del Big Bang, circa 400 milioni di anni fa, ciò che emerge è un miscuglio di gas completamente ionizzato dove sono avvenute reazioni nucleari che hanno consentito la formazione di idrogeno pesante ed elio.

Da qui l’origine delle prime forme di vita. Questa è la nascita dell’universo raccontata dalla Hack, oggi attraverso le attuali conoscenze nel campo astronomico, è possibile osservare la differenza delle reazioni avvenute in quel momento e quelle che continuano a verificarsi ora nell’universo. Secondo  il suo punto di vista probabilmente un giorno l’Universo finirà, tra 5 miliardi di anni circa, quando il sole diverrà una stella ed espandendo il suo diametro andrà a coprire l’orbita della Terra, a quel punto è molto probabile che l’uomo si sarà già estinto.

L’universo studiato e raccontato da Margherita Hack è nato come oggetto di ricerca per poi divenire passione, una passione forte che l’ha accompagnata per tutta la vita e grazie alla quale oggi osserviamo in maniera più interessante il cosmo. Grazie Margherita per tutto quello che ci hai regalato in questi anni.

di Alessia De Felice