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(foto fonte web)
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Il regista Oliver Stone rivela in 10 documentari i retroscena degli ultimi cent’anni degli Stati Uniti d’America.

Oliver Stone colpisce ancora. Questo controverso regista, sicuramente temerario e dalle idee chiare, confeziona una serie di 10 documentari che promettono di ripercorrere la storia americana dell’ultimo secolo restituendone al dominio pubblico episodi dimenticati o insabbiati, senza più censure.

I suoi film

Stone non è certo nuovo dell’ambiente cinematografico, più volte insignito dell’Oscar al miglior regista, alcuni fra i suoi film più noti  tra cui Platoon (1986), pellicola in parte autobiografica, divenuta un classico, sulla guerra in Vietnam, Wall Street (1987), film sullo spietato mondo della borsa, JFK-Un caso ancora aperto (1991), primo di un’inedita trilogia cinematografica sui Presidenti americani, vertono su temi che sono poi caratterizzanti del suo stile e del suo pensiero: la storia americana e la ricerca della verità nascosta ai riflettori, ad ogni costo.

Tali tematiche ricorrono ancora una volta in “Oliver Stone’s Untold History of United States” un documentario in 10 parti sulla storia degli Stati Uniti d’America dalla Seconda guerra mondiale all’era Obama, che il regista non si limita a dirigere ma racconta anche, figurando in prima persona come voce narrante. Non vi sono interviste ma ciascun episodio risulta un ricco agglomerato di preziosi reperti d’archivio; fotografie, filmati, registrazioni audio provenienti non solo dagli Stati Uniti ma anche da Unione Sovietica, Germania e Giappone.

Temi difficili

Quelle affrontate sono questioni decisamente scottanti. Si considerino ad esempio gli eventi che hanno concorso all’impiego della bomba atomica, ma anche il ruolo giocato dall’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale prima e come controparte degli Stati Uniti d’America durante la Guerra Fredda poi, fino ad approdare ad una critica al presidente Obama e all’America dei giorni nostri.

Oliver Stone assume il dubbio come metodo di indagine mettendo in discussione quanto riportato nei libri di storia e quanto ha costituito il suo stesso bagaglio culturale :«Da ragazzino a New York credevo di aver ricevuto una buona educazione» dice il regista in un’intervista tratta dal quotidiano La Repubblica. «Sono cresciuto nella paura del comunismo, convinto che noi fossimo i buoni. Poi ho cominciato a viaggiare per il mondo e ho capito che non era così. È quello che faccio vedere in questo documentario. È l’aspetto della storia che non abbiamo imparato a scuola, che sarà disturbante per alcuni ma profondo per quelli che pensano per se stessi».

Sullo schermo

Gli episodi sono andati in onda a partire dallo scorso 12 novembre sulla rete via cavo Showtime ed hanno ispirato un omonimo libro di circa 700 pagine curato dallo stesso Oliver Stone e da Peter Kuznick, professore di storia e direttore dell’Isitituto di studi nucleari all’American University, pubblicato da Simon&Schuster’s Gallery Books ad inizio novembre 2012.

Il progetto portato avanti con convinzione da Oliver Stone, un uomo che non ha paura di pensare in maniera diversa, appare quindi senza dubbio ambizioso e non di certo immune da critiche ma fornisce sicuramente non pochi spunti e motivi di riflessione aprendo la mente a prospettive inconsuete che forse meritano la nostra attenzione, e valgono la pena di essere esplorate.

di Mara D’Alessandro