(foto fonte web)

(foto fonte web)

Spread the love
(foto fonte web)
(foto fonte web)

In una Milano difficile si consuma l’omicidio di Mario Ulrich.      

Ulrich è un imprenditore molto in vista, protagonista della movida notturna dove ottiene favori da ragazze ricambiati da droga e regali.

Il caso viene affidato all’ispettore Monaco che, rimasto vedovo da tre anni e padre di Linda, figlia non facile, approccia, col distacco di un burocrate, un lavoro che un tempo lo aveva appassionato.

Durante le indagini, l’uomo si accorge che la pistola d’ordinanza, riposta in un cassetto della sua camera,  non c’e’ piu’ e, proseguendo con gli accertamenti, scopre che l’assassino è proprio sua figlia. La vita gli presenta uno dei conti più salati, come padre e come servitore dello Stato.

Variabili

Con “La variabile umana” il regista Bruno Oliviero batte il suo primo ciak nel lungometraggio presentato in prima mondiale a Locarno. Intenzioni  buone e interpreti padroni del mestiere.

Sandra Ceccarelli, convincente nei panni della signora Ulrich e l’accoppiata collaudata Silvio Orlando-Giuseppe Battiston, il primo nel ruolo dell’ispettore Monaco, l’altro in quello del poliziotto Levi, allievo ed amico dell’ispettore e che collaborerà all’indagine con il distacco necessario.

La sceneggiatura sostenuta da un ottimo soggetto, servendosi del noir, affronta un tema molto forte che può essere letto tanto di denuncia quanto di accusa e centra l’immagine di quella Milano che, e’ capitale morale ma al tempo stesso città che, talvolta, riesce a strappare l’anima.

Il ritmo del film, il cui titolo evoca la mutevolezza dell’essere umano, viaggia parallelamente allo stato d’animo di Monaco e, sebbene migliori nel corso della narrazione, non si raggiungono mai quei punti di tensione e di conseguente attenzione che una storia cosi’ forte dovrebbe suscitare.

Al momento Oliviero dichiara di non aver pensato al sequel di una storia che, come già detto, non ha un finale definito. Poiché il lungometraggio offre una modalità operativa più ampia rispetto al documentario ed al corto ed il genere incontra il favore di una bella fetta di spettatori, sarebbe interessante assistere ad una seconda prova dell’autore.

di Virginia Cerrone