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La madre di una ragazza morta per suicidio fu coinvolta in un incidente dai contorni non chiariti.

Scuola, sesso e Satana

Comunque la si voglia vedere, emerge un quadro allucinante dalla vicenda del professore accusato di istigare le proprie allieve al suicidio, dopo l’accusa di averle corrotte e portate a Satana. Romanzando molto, la vicenda in effetti la si potrebbe riassumere così, ma partiamo invece dagli eventi che si svolgono in un centro del cuneese, attingendo però da fonti di  “seconda mano”, cioè da quanto pubblicato e sentito dai notiziari tv, quindi già da “interpretazioni” o “opinioni” di fatti.

Il professore

Iniziamo da Valter Giordano, 57enne  insegnante  di lettere da 15anni al  liceo socio-pedagogico “Soleri” di Saluzzo, piccolo Comune in provincia di Cuneo, nonché vicepreside dello stesso istituto. È indagato prima  per violenza sessuale con abuso di autorità nei confronti di due allieve (minorenni all’epoca degli incontri che presenterebbero «un quadro evidente di depressione cronica, sfiducia in loro stesse, uno stato di inferiorità psicofisica nei confronti del professore»), nonché pornografia minorile  e poi anche, dal 10 maggio scorso, per il reato di cui all’articolo 580 del Codice penale (istigazione o aiuto al suicidio) in riferimento ai misteriosi suicidi di alcuni studenti dello stesso liceo. In seguito alla vicenda è stato tradotto in carcere il 21 agosto nel corso dell’Operazione “Giano Bifronte” dei Carabinieri della Compagnia di Savigliano,  è stato sospeso cautelativamente dall’insegnamento,   il suo stipendio è stato dimezzato e l’Ufficio Scolastico regionale ha aperto un provvedimento disciplinare a suo carico, che dovrà essere sospeso in attesa della sentenza penale. Atti dovuti.

Le accuse

Le accuse per quanto riguarda le prime due imputazioni partono dalle parole di due studentesse che affermano di aver avuto buoni voti dal prof in cambio di prestazioni sessuali. Le loro votazioni confermerebbero questa ipotesi, sebbene gli altri colleghi non abbiano riscontrato anomalie nelle pagelle delle ragazze.

Per vent’anni insegnante stimato, ciò che ora si sa di lui sono gli attestati di stima ed affetto provenienti da ex allievi e colleghi, nonché, di senso diametralmente opposto, quanto contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare. Sfoderano parole grosse i magistrati, con frasario da psichiatra. Qui si parla di  “manipolazione psicologica”  e di  “sudditanza psichica” usate dal docente per costringere le sue due studentesse, minorenni all’epoca dei fatti e «affette da aspetti depressivi significativi», a praticare «sesso non convenzionale» tra i più spinti.

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Il precedente

Leggendo gli articoli pubblicati sulla vicenda, pare di assistere ad una brutta telenovela di basso livello, con molta morbosità anche da parte di chi scrive, che pare già decisamente schierato. La storia poi si intreccia con quella dei suicidi di giovani allievi dello stesso liceo, avvenuti negli ultimi tempi. Al centro ancora il professore, che aveva rapporti molto stretti con una delle giovani morte: Paola Vairoletti che viene trovata priva di vita  nel dicembre 2004 ai piedi della cisterna dell’acquedotto cittadino, dopo essere scappata di casa da alcuni giorni. Pare avesse litigato coi suoi familiari prima di allontanarsi. La morte viene subito classificata come suicidio,  ma fu davvero così, oppure c’è sotto altro?

Fu  proprio il prof  Giordano ad accompagnare la mamma di Paola, Vanna,  a “Chi l’ha visto?”, subito dopo la scomparsa della ragazza, senza però far cenno alla fitta corrispondenza intrattenuta con la giovane ( ma pare anche con destinatari la famiglia ed i compagni di classe. N.d.a.) , corrispondenza che consegnò  “ai carabinieri soltanto a maggio del 2012, rendendo anche alcune dichiarazioni sull’argomento, peraltro ancora piuttosto confuse”. Perché Giordano non ne parlò con la mamma di Paola? AL contrario dalla stessa si era fatto consegnare anche il diario personale della studentessa.

È però la stessa  madre della ragazza suicida a sostenere il professore, affermando di aver «sempre avuto stima» di lui, il quale «venne da noi a chiederci il diario di Paola dopo la sua morte. Glielo diedi, c’erano già delle pagine strappate. Poi ce lo restituì. Non sapevo che avesse tutte queste lettere. Lui ci aveva molto aiutato e sostenuto nei giorni in cui lei era scomparsa».

Il docente, puntualizzano gli inquirenti, «pur consapevole delle sue intenzioni non aveva assunto alcun provvedimento a tutela della ragazza e anche quando sentito dai carabinieri nel 2004 non aveva menzionato né le lettere né i propositi della giovane Paola da lui ben conosciuti».

L’ipotesi dei magistrati è che il professore «potesse avere volutamente nascosto informazioni utili e avesse volutamente nascosto le lettere e il diario della ragazza consapevole del loro contenuto».

Ma come si collega l’insegnante di italiano e storia alle morti misteriose degli altri giovani studenti con la passione per le croci e il satanismo, perché è questo l’altro aspetto inquietante della vicenda? Scuola, sesso e Satana.

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Indagini di Altriconfini: l’incidente di cui ancora non si parla

Nell’aprile del 2012 i genitori di un alunno del medesimo liceo presentano un esposto congiuntamente alla psicologa che lo cura. Nel suo zaino vengono trovati un diario con disegnate  molte croci pagane e un libro particolare: la bibbia di Satana di Anton Szandor Lavey. Quanto basta per far parlare di «sintomi da reclutato al satanismo».

Di questi argomenti si parlava a scuola. L’insegnante di religione Maria Angela Calamia nella classe di questo ragazzo aveva infatti chiesto di fare una ricerca, scegliendo tra quattro temi:  satanismo,  zoofilia e  parafilie in genere,  dipendenze.

Non solo: ricordando una gita scolastica del 2011, nota che «a ottobre a Barcellona alcuni allievi della IV M un po’ sgomenti mi comunicano che i ragazzi che stanno in camera con loro dicono di essere satanisti e di fare cose strane con le candele nere». Questo bastò a destare forte allarme. E in una lettera datata cinque aprile 2012 l’insegnante di religione afferma anche che un altro suo ex alunno «quando andava al liceo scientifico era emarginato dai suoi compagni e sentendosi molto solo e arrabbiato aveva chiesto a Dio aiuto ma non lo aveva avuto. Essendo arrabbiato anche con Lui è stato satanista acido come autodidatta».

La psicologa che aveva in cura il ragazzo  che aveva presentato l’esposto accusò Giordano di aver «interessi e/o frequentava gruppi satanici in seguito a una ricerca sul satanismo disposta dall’insegnante di religione e che manifestava problematiche psicologiche di vario genere».

La vicenda va in mano al  Procuratore Capo di Saluzzo, Maria Cristina Bianconi. La memoria torna a Paola e gli avvenimenti vengono messi in correlazione. ‘Jurdan’, come lo chiamava con simpatia una ex alunna, viene iscritto nel registro degli inquisiti, viene intercettato ed emerge così l’altra vicenda  dello scandalo sessuale con le due studentesse. Si ritorna sulla  lettera di Paola indirizzata al prof  in cui si parla di Satanismo e di desiderio di morte (e se torniamo alla nostra adolescenza, forse anche noi ricordiamo qualche periodo “buio” in cui vagheggiavamo di morte. Poi si cresce, e ci si ride sopra). Sta di fatto, però, che Paola è effettivamente morta in circostanze poco chiare.

Il sospetto è che i rapporti intrattenuti con Paola prima del suicidio “siano simili” a quelli con le due vittime recenti di abusi sessuali.

Una delle ragazze suicide era Mara Olocco,  di 22 anni. Per dovere di cronaca, a proposito di questa ragazza, va detto che la mamma, Maria Mucciolo di 51 anni, è morta giovedì 4 febbraio 2010 verso le 17.00 a causa di un incidente stradale dai contorni non completamente chiariti: la sua auto, fuori controllo, è andata a schiantarsi frontalmente con un’autobotte.
Faceva l’educatrice all’“Oasi giovani” di Saluzzo ed era molto apprezzata. Anche in questo caso, contatti con giovani con problemi, un pò come per gli insegnanti, Francesco Daniele 20 anni, Paola Vairoletti e infine Kim Massenz che il 30 aprile 2011 si impicca dietro casa.

(foto fonte web)
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L’incidente di Maria Mucciolo non è ancora stato collegato alle indagini sul presunto satanismo nella zona di Saluzzo. Per dovere di cronaca segnaliamo però quest’altra morte misteriosa, che forse sarà tirata in ballo nei prossimi tempi e di cui diamo notizia in questa sede.
Fu davvero un banale incidente quello accorso alla madre di una delle ragazze morte per suicidio?
I contorni non completamente chiariti permettono almeno di porre il dubbio, nell’attesa che le autorità possano verificare un possibile tassello alla già complessa indagine.

Il privato del professore

Nella vicenda si inserisce anche l’ aspetto personale e privato del professore, infatti contro di lui si levano le voci dell’ex moglie e del figlio, che lo descrivono come un depresso con molti problemi.

In particolare il figlio ha affermato che il padre avrebbe ammesso di aver “commesso degli errori”, spiegando poi: «Al di là dei risvolti penali questa vicenda è sintomo di un disagio. Mio padre si è reso conto che non può affrontare tutto da solo. Quando l’ho incontrato mi è parso stanco come può essere un uomo dopo 10 giorni di carcere, ma anche lucido e determinato a rimettere insieme i pezzi della propria vita». Parole più che comprensibili per un uomo che vede improvvisamente crollargli il mondo addosso.

Quindi chi è Valter Giordano: un bravo insegnante sensibile preso da un errore?  Per i colleghi potrebbe essere così: «La comprensibile attesa di giustizia non solleva però nessuno dalla responsabilità che si assume nel formulare facili giudizi e parole cattive, nell’infangare all’improvviso la vita di un uomo stimato. Sappiamo quanto sia difficile accertare la verità e distinguere il limite sottile che separa il bene dal male. Dal rischio comune della bieca insinuazione e della maldicenza vogliamo però liberarci almeno noi, colleghi e amici».

Contro di lui, al contrario, ci sarebbero le intercettazioni ambientali, ma andrebbero ascoltate senza magari estrapolarne solo dei passaggi, trascurandone il significato nella loro interezza, nonché i testi di alcuni sms scambiati con una delle due alunne. Vale lo stesso discorso di prudenza.

L’opinione pubblica e gli ultimi sviluppi

Il Giudice per le Indagini Preliminari, Alberto Boetti, è stato particolarmente pesante nell’applicazione della misura della custodia cautelare nei confronti del docente. Parla di «violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione» e di abuso di autorità e «delle condizioni di inferiorità psichica conseguente allo stato di allieve, all’età in cui sono iniziati gli abusi ed allo stato di depressione cronica, grave disagio e inadeguatezza» con le quali Giordano «costringeva ed induceva» le due ragazze «con manipolazione psicologica dopo averne conquistato la confidenza, anche incutendole timore implicito di possibili ripercussioni sul suo rendimento scolastico a subire ed a compiere ripetuti atti sessuali e particolari giochi erotici». Tutto ciò sarebbe avvenuto all’oscuro dei colleghi, dei genitori e di altri alunni ed alunne.

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Se inizialmente la comunità di Saluzzo era prevalentemente a favore del prof, le parole dell’ordinanza con la quale il giudice lo ha mandato in carcere hanno fatto spostare il piatto della bilancia verso ipotesi decisamente più colpevoliste. Il potere delle parole, soprattutto di un magistrato. Poi una delle ragazze accusatrici si è anche costituita parte civile.

Una vicenda difficile, dove sembrano latitare due importanti istituzioni: scuola e famiglia, entrambe, a giudizio di chi scrive, forse poco accorte e pronte solo, la seconda in particolare, ad armarsi di carta e penna per denunciare. Una maggiore attenzione verso i disagi dei giovani sarebbe auspicabile, proprio per non farli cadere facili prede di persone che, sotto la parvenza del buon insegnante, se ne approfittano. O, al contrario, per non farli diventare ingiusti accusatori verso persone che hanno avuto il solo torto di prestare loro ascolto.

Sta di fatto che alcune conclusioni sembrerebbero essere già state tratte dallo stesso GIP che scrive ancora nell’Ordinanza: «È probabile che i rapporti con lei fossero simili a quelli con le due giovani dell’inchiesta odierna» , dove «lei» è Paola. Ci sono pure le parole della compagna del professore, una donna vedova che ricorda una conversazione avvenuta dopo un suo ricovero in psichiatria dopo aver tentato il suicidio. Era stato fermato mentre cercava di buttarsi giù da un ponte: «Mi ha detto: “Ho fatto un grandissimo casino, ho avuto due storie con due mie allieve. Però mi hanno provocato. Ho sempre resistito ma alla fine ho perso la testa e ho ceduto”. Io ho pensato che fosse stato due volte soltanto, due momenti di debolezza. E invece adesso scopro tutto questo: stava con me e con altre tre, due delle quali studentesse e all’inizio minorenni. Non ci volevo credere. Al Maresciallo che ha messo le mie parole a verbale ho detto “io non ci credo”. E lui: “dicono tutti così”».

Adesso Valter Giordano si trova agli arresti domiciliari presso una comunità del cuneese, dove rimarrà, avendo egli rinunciato al Tribunale del Riesame, convocato per lunedì 9 settembre a Torino. Gli avvocati Enrico Gaveglio e Antonello Portera hanno fatto sapere  che Giordano, dopo aver risposto sabato 7 settembre per 4 ore alle domande del pm, Cristina Bianconi, ha optato per restare ai domiciliari.

Dunque si riparte da storie torbide e indagini incrociate. La fine di questa storia sembra ancora molto lontana. È certo che continueremo con le nostre ricerche nell’attesa della verità dei fatti.

 

di Paola Pagliari