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(foto fonte web)
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Juventus-Napoli ha festeggiato il venticinquesimo del trofeo che oppone la detentrice dello scudetto e la vincitrice della coppa Italia per una sfida tradizionale battesimo dell’imminente stagione calcistica e, in più di un’occasione, oracolo su quello che potrebbe essere il futuro delle protagoniste coinvolte. Historia docet. Venticinque anni di storia per novanta minuti chiromantici.

Il 4-2 della Juventus sul Napoli, oltre ad aver esportato nel globo il peggio del calcio (e dello sport) italiano in quanto a correttezza, lealtà e giusta importanza da attribuire alle cose (dopotutto, è pur sempre una partita di calcio e non un provvedimento che mette in pericolo i diritti dei lavoratori), ha celebrato le nozze d’argento della Supercoppa Italiana, che si è confermata primo appuntamento della nuova stagione calcistica e volano di curiosità se quanto emerso dalla sfida di Pechino potrà essere interpretato, secondo quanto avvenuto molte volte in passato, come presagio di sventura o messaggio di speranza per le protagoniste coinvolte.

Sogno di una notte di mezza estate. Giocata perlopiù in agosto, in un paio di casi la vittoria del trofeo ha illuso per una stagione altrettanto soddisfacente che, invece, poi si è rivelata matrigna di delusioni.

La Samp del ’91 batté sì la Roma 1-0 (Mancini), ma in campionato terminò al sesto posto e, soprattutto, il 19 maggio 1992, a Wembley, contro il Barcellona, fu messa in ginocchio dal destro di “Rambo” Koeman nei supplementari della finale di coppa Campioni.

Dieci anni più tardi la Roma ancora imbandierata per lo scudetto fu tre volte ghostbusters di una Fiorentina già in odore di ragnatele e fallimento, ma in campionato terminò seconda (sulla fedina penale, il 2-2 in casa del Venezia ultimo e già retrocesso) e in coppa Campioni ebbe una reazione taurina al cospetto del classico matador venuto da Liverpool. La collezione avrebbe compreso anche la Fiorentina del 1996 (nona poi in campionato), se non fosse che ai viola spetta la primizia d’aver infranto il tabù che voleva sempre sconfitti i vincitori della coppa Italia.

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