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(foto fonte web)
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I tempi cambiano ma alcune realtà continuano a restare immutate nel tempo. E’ il caso della Lockheed Martin, una delle aziende più importanti nel settore degli armamenti. Con il mutare della società mutano anche i problemi a cui un’azienda così importante va incontro. Un tempo, quando si parlava di “attacchi”, si intendevano di tipo militare; oggi invece hanno a che fare con l’informatica. La Lockheed ha infatti reso noto pochi giorni fa di aver subito un attacco informatico di grandi proporzioni. Immediatamente la notizia ha suscitato scalpore all’interno degli ambienti militari soprattutto per l’enorme mole di informazioni custodite nei server della società che, è bene ricordarlo, è la principale contraente militare degli Stati Uniti.

A occuparsi dei sistemi di sicurezza della Lockheed Martin è la Rsa, società considerata la più sicura del settore. Proprio in virtù delle grandi forze messe in gioco, l’attacco ha preoccupato non poco il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, mostrando particolare attenzione ai progetti relativi ai militari dell’esercito Usa raccolti nei files del sistema.

Stando alle informazioni attualmente disponibili pare che nessun dato sia stato “rubato” e che il server sia rimasto indenne da quanto avvenuto. I sistemi sono riusciti a bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di intromissione fra i dati sensibili. Potrebbe quindi essere considerato “solo” il tentativo maldestro, anche se piuttosto frequente, di varcare la porta dei sistemi di sicurezza militari.

Della stessa resistenza non fu invece capace la stessa Lockheed nel difendersi da uno dei più importanti scandali internazionali legati al mondo dell’affaristica militare.

Dal 1978 per mezza Europa il nome della società rievoca fantasmi che ancora oggi colpiscono l’immaginario collettivo. Nel biennio ’77-’78 l’Italia scopre che i massimi dirigenti della Difesa militare italiana avevano accettato mazzette di diversi miliari di lire per favorire, e talvolta accettare, gli acquisti di alcuni modelli di aerei C-130 fabbricati proprio dalla Lockheed.

Lo scandalo fu di proporzioni così vaste da coinvolgere personaggi eccellenti come i democristiani Gui e Tanassi, così come l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Duilio Fanali (già uomo di fiducia e di grande rilievo all’interno della Nato) fino ad arrivare addirittura al democristiano Rumor e al Presidente della Repubblica Giovanni Leone che, proprio in seguito a feroci attacchi subiti dietro l’accusa di aver preso parte al giro di tangenti, decise di dimettersi.

Ma il valzer dei personaggi eccellenti terminò con altre personalità sia del mondo della politica come Aldo Moro, sia dell’industria con Camillo Crociani (all’epoca Presidente di Finmeccanica) inclusi nelle indagini. Alla fine si accertò che la Lockheed aveva realmente corrotto e che il giro di tangenti si era esteso a più di metà Europa fino ad arrivare in Giappone.

Dinanzi a tali vicende, gli attacchi che il mondo odierno offre sembrano essere di poco conto per chi in passato ha saputo resistere a ben altre aggressioni riuscendo a conservare il proprio potere con buona pace di chi vede negli scandali e nelle sentenze l’occasione per spazzare via per sempre corrotti e corruttori.

di Pasquale Ragone

(Articolo tratto dal settimanale “International Post”, 6.6.2011)