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(foto fonte web)
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Sembra essere a una svolta il caso di Elisa Claps, la ragazza che nel 1993 scomparve senza lasciare traccia e il cui corpo è stato invece ritrovato appena un anno fa nel sottotetto della Chiesa della SS. Trinità di Potenza. Finora i sospetti per l’omicidio della ragazza si erano incentrati su Danilo Restivo, colui che nei giorni precedenti alla scomparsa avrebbe avvicinato la ragazza.

Finora la sua presenza nella vicenda era legata a voci e sospetti. Oggi, quelle voci acquistano rilevanza alla luce dei risultati della Scientifica che attestano la presenza del Dna di Danilo Restivo sulla maglietta di Elisa Claps, indumento presente addosso alla vittima al momento della morte.
La notizia del ritrovamento assume certamente un’importanza enorme nell’economia della vicenda ma potrebbe non bastare. Sulla maglietta, infatti, sono stati ritrovati elementi biologici di Restivo che, in attesa di conferme da parte della Procura di Salerno competente per il caso, dovrebbero essere riconducibili a saliva e non a macchie di sangue o sperma.

Il dato non è da trascurare perché se si trattasse di sangue allora si potrebbe ipotizzare da quest’ultimo sia finito sulla maglietta della ragazza in una situazione piuttosto estrema come potrebbe essere una colluttazione fra Elisa e Danilo nell’atto dell’aggressione; se si trattasse di sperma potremmo allora ipotizzare che esso abbia sporcato la maglietta al momento dello stupro esercitato nel sottotetto della Chiesa.

Se però dovesse trattarsi di saliva, potrebbe non essere così evidente il fatto che Restivo fosse fra le persone presenti al momento dell’aggressione. Dai risultati della Scientifica sappiamo che sicuramente erano più individui ad aver stuprato Elisa e a dirlo sono le differenti tracce biologiche ritrovate nel sottotetto.

Per dire che Restivo era fra questi sarebbe necessario che si trovasse qualcosa di più che tracce derivanti da saliva in quanto si potrebbe altresì ipotizzare che esse vennero lasciate dall’uomo nei giorni precedenti la morte della ragazza, vale a dire negli stessi giorni in cui Restivo aveva tentato un approccio con la Elisa.

A quel punto, la difesa dell’uomo potrebbe ipotizzare che la maglietta fosse la stessa di qualche giorno prima e che non fosse stata lavata: basterebbe questo a far cadere l’impianto accusatorio che vorrebbe Danilo Restivo presente assieme ad altri durante lo stupro e l’uccisione di Elisa. Infatti, è bene ricordare che quest’ultima venne prima colpita con una forbice, stuprata e poi uccisa tramite soffocamento.

Oltre al Dna ritrovato, che in ogni caso appartiene agli elementi accusatori a carico di Restivo, anche il taglio di una ciocca di capelli della ragazza depone contro l’uomo perché pare rientrasse fra le sue manie. Per gli inquirenti non è una casualità che la morte di una donna in Inghilterra, laddove oggi vive Restivo, abbia seguito le stesse modalità.

Per la Polizia inglese non sussistono dubbi: l’omicidio della cittadina britannica è opera di Danilo Restivo. Quest’ultimo è infatti già detenuto in carcere in attesa del processo in Inghilterra, ragione per la quale non è stato possibile estradare l’uomo in Italia nonostante il mandato di cattura internazionale ottenuto dalla Procura di Salerno.

Ma la detenzione britannica di Restivo ha ugualmente permesso alle autorità italiane di ottenere un campione di sangue per compararlo con uno dei Dna ritrovati dalla Polizia Scientifica nel sottotetto. Quello di Restivo è certamente presente sulla maglietta della ragazza. Ma a chi appartengono le altre tracce? E’ questa la domanda che diventa in queste ore sempre più pressante per spazzare via o confermare le voci che vorrebbero l’ex parroco della Chiesa presente al momento dell’uccisione di Elisa, così come potrebbero confermare o meno il coinvolgimento di altri sospettati.

Il lento procedere della giustizia sembra riuscire sempre più a dare certezze al caso Claps e con esse la possibilità di dare finalmente giustizia a Elisa.

di Pasquale Ragone