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Il Trittico della morte
Esperimento. Trovate una persona straniera. Un qualsiasi turista andrà bene, e se vivete in una città come Romanon ci metterete granché. Fatto? Bene. Ora, chiedetegli qual è la prima cosa che gli viene in mente pensando all’Italia.

Se le risposte ammontano tra i vari cliché che forse di questi tempi ci meritiamo, siate più specifici: cosa gli viene in mente se pensano all’Italia del secolo scorso? Se la vostra preda ha più di vent’anni, è facile che la risposta sia il nostro cinema.

Sembra oramai un qualcosa di lontano e quasi mitico, ma è certo che per decenni a partire dal secondo dopoguerra l’Italia ha dettato legge a livello culturale e spopolato all’estero, in particolar modo negli States, grazie al suo cinema e personalità del calibro di Rossellini e Fellini.

Recentemente tornato alla ribalta della cronaca per le nuove rivelazioni sulla sua morte, è uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo che andrebbe al massimo ricordato per il suo enorme corpus creativo. Stiamo parlando infatti di Pier Paolo Pasolini.

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In breve
Nativo di Bologna, Pasolini è forse il più vario degli artisti nati nel nostro paese che gli hanno dato lustro e fama nella seconda metà del novecento. Se le sue opere più ‘gettonate’ sono forse quelle cinematografiche, da Uccellacci e Uccellini al Decameron a Salò passando per Medea, Pasolini è molto di più di un ‘semplice’ regista e sceneggiatore. Il cineasta sembrava avere le proverbiali mani in pasta dappertutto: di suo pugno è la raccolta di poesie La Meglio Gioventù, così come i libri Alì dagli Occhi Azzurri (a cui si ispira il film di recente uscita di Claudio Giovannesi) e l’incompiuto Petrolio, e non ha sdegnato la saggistica -con Scritti Corsari, originariamente apparsi su vari giornali- e addirittura la musica. La canzone ‘Cosa sono le nuvole?’ è frutto, in egual parte, del suo lavoro e del compianto Domenico Modugno.

Sembra quantomeno immeritato che una persona di tale cultura e creatività abbia incontrato una fine così cruenta: il suo corpo venne ritrovato il 2 Novembre 1975 sul lungomare di Ostia, martoriato da segni di pneumatici e percosse violentissime.

Il primo ed unico sospettato fu Giuseppe Pelosi, il quale dichiarò di aver agito in reazione alla rabbia dell’intellettuale che, vistosi rifiutato un rapporto sessuale dal giovane diciassettenne, l’avrebbe minacciato con un bastone. Pelosi si sarebbe impossessato dell’arma, percosso Pasolini e poi preso l’auto per fuggire, accidentalmente passandogli sopra.

Il processo fu chiuso in fretta nonostante grandi falle nella teoria dell’accusa – l’impossibilità del bastone indicato di essere l’arma del delitto e l’assenza di segni di colluttazione sul corpo e gli abiti di Pelosi, inclusi il sangue della vittima-, e questo è solo uno degli indizi che ha portato molti dei suoi amici e ammiratori a pensare che si sia trattato di un omicidio politico o di potere.

Chi era Pasolini?

Le aspre critiche di Pasolini alla società italiana e alla sua classe politica sono note, e il suo incompiuto Petrolio era un romanzo-inchiesta sul settore petrolchimico italiano, arrivando anche ad ipotizzare un collegamento tra esso e il periodo dello stragismo.

Inoltre, basta pensare a come la sentenza emessa fa apparire il letterato: un omosessuale – persone che in un paese a matrice cristiana come l’Italia hanno sempre dovuto lottare per i propri diritti – che ha provato a sedurre un ragazzo minorenne, per poi minacciarlo e, dopo il suo rifiuto, ha incontrato la morte. Quindi pedofilo e quasi-stupratore. Se si dà per buona questa teoria dei fatti, la figura di Pasolini viene, e venne, completamente screditata.

Sette anni fa…
Nel 2005, Pelosi ritrattò la sua confessione dichiarando di essere stato costretto a confessare per via di minacce alla propria famiglia; gli autori del delitto sarebbero state tre persone.

Sembra improbabile che si giunga mai alla verità dopo così tanti anni, complice anche il fatto che molti trovino più valore nel considerare Pasolini un sommo martire piuttosto che concentrarsi sulla sua omosessualità come fattore scatenante dell’omicidio.

Pasolini fu assassinato, e ancora oggi sta aspettando giustizia, la verità e la riapertura di un processo che sembra più lontana con ogni nuovo punto di vista che emerge.

di Simone Simeone