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Storie
Alexandra Lange, una donna di 32 anni, sposata con quattro figli, nel giugno del 2009 da vittima diventa carnefice. Alle Autorità francesi, per 12 lunghi anni, ha denunciato abusi, soprusi e sevizie ma senza nessun risultato. La signora Lange esasperata, nel giugno di 3 anni fa, con una coltellata al collo ha ucciso suo marito di 14 anni più grande di lei. Ha cercato di simulare un omicidio senza riuscirci.

L’autopsia ha confermato che la pugnalata inferta al collo ha fatto penetrare la lama del coltello per 13 cm, tagliando di netto la carotide. Marcello Guillemin, vittima dell’ultimo atto della vicenda, è morto dopo pochi secondi. La stessa Alexandra Lange ha affermato che con tutta la sua forza ha sferrato il colpo. Era terrorizzata ed allo stesso tempo stanca.

La sentenza della Corte francese, forse sorprendendo tutti, ha condannato l’omicida solo per il reato accessorio per aver tentato di mascherare l’assassinio. I giudici hanno assoggettato la condotta lesiva a legittima difesa. Nella pronuncia della Corte ha avuto un peso determinante la mancata protezione delle autorità.

Un incubo
E’ terminato un incubo ma Alexandra Lange si sente colpevole davanti ai suoi quattro figli: Séphora, Josué, Sarai e Siméon. A loro ha dedicato il libro nel quale ha raccontato tutta la sua vicenda di moglie, vittima, carnefice ed imputato. Spesso si afferma che le donne vittime dei propri amori sono quelle che non hanno parlato, non hanno denunciato o non si sono ribellate, ma tutto ciò è quasi sempre sbagliato.

Nella società in cui viviamo, per fortuna, sono poche le donne che sono sottomesse al proprio amore o al giudizio altrui. Molti sono i casi di denunce che però vengono ignorate come nel caso di Alexandra Lange. Solo dopo la morte della vittima o del carnefice si accentra l’attenzione sui casi. Non importa se una donna da vittima diventa carnefice o se il suo ruolo di sottomessa rimane sempre tale, perché in entrambi i casi si generano sofferenze e morte.

Non importa chi sarà l’assassinato ma quasi sicuramente ci sarà.

di Luca Fortunato