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Come definire…
La parola ‘maledizione’ compare nel titolo stesso di questa rubrica ma è effettivamente usata nel modo corretto? Se si va a cercare il suo corrispettivo inglese ‘curse’ su google il risultato più popolare -dopo la definizione da dizionario- è la definizione di wikipedia, che si traduce: ‘qualunque desiderio espresso che una forma di avversità o sfortuna accada o si attacchi ad un’altra entità – una o più persone, un luogo, un oggetto’. Per definizione, una maledizione è un forte desiderio che qualcosa di male accada a qualcosa/qualcun altro, quindi è un atto intenzionale.

Tuttavia, gli esseri umani tendono più ad oltrepassare la linea che a semplicemente desiderare la dipartita di qualcuno -almeno negli ultimi due secoli-. Siamo esseri d’azione, per così dire, e non è un caso che la maggior parte delle volte la parola è usata in relazione al paranormale, che è anche l’istanza nella quale ha più effetto. Esseri incapaci di agire fisicamente sul mondo se non attraverso la loro malevolenza. Un entità che desidera il tuo malessere, la tua morte così intensamente da fare effettivamente succedere qualcosa.

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Ecco Poltergeist
Un odio così profondo e potente è motivo di spavento, e la fonte di molti racconti di finzione. E poi, ci sono casi in cui sembra che ci sia un fondo di verità in certe storie normalmente considerate folklore.

È il caso di Poltergeist. Un film la cui paternità registica è in discussione <ufficialmente, il regista fu Tobe Hooper, ma il produttore Steven Spielberg fu anche sceneggiatore e presente più volte sul set, pur stando girando E.T. allo stesso tempo>, Poltergeist è considerato uno dei più ben riusciti film horror mai realizzati, capace di spaventare tutt’oggi, ad esattamente trent’anni dalla sua prima proiezione, e ci sono voci di un remake da parte della Metro Goldwyn Mayer.

La sua fama e nomea è però anche legata alla nozione che il film e la serie da esso derivata siano maledetti. È facile pensare che ad una trovata pubblicitaria o semplice sensazionalismo, dato che il film tratta di una famiglia perseguitata dai fantasmi, ma ci sono cinque elementi che fanno riflettere prima di esprimere un giudizio: quattro membri del cast sono morti nell’arco di sei anni dalla realizzazione del primo film, ed un dettaglio macabro è ad esso legato.

La prima vittima
La prima vittima della maledizione di Poltergeist fu Dominique Dunne, attrice che nella pellicola recitava la parte della figlia più grande della famiglia Freeling, Dana. Il 4 Novembre del 1982 venne strangolata dal suo ex. Aveva 22 anni. Il suo omicida venne condannato a soli 6 anni, e venne rilasciato per buona condotta dopo soli 3 e mezzo.

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Il prossimo fu l’attore che vestì la parte di Henry Kane -la ‘bestia’, il fantasma demoniaco antagonista principale della serie- nel secondo episodio della trilogia, Julian Beck. Morì il 14 settembre 1985 a causa di un cancro allo stomaco, che gli venne però diagnosticato prima che accettasse il ruolo.

Il terzo fu Will Sampson, l’attore nativo americano famoso per il suo ruolo come “Chief” -o grande capo, nella versione italiana- nel film ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’. Nel secondo film interpreta uno sciamano che eventualmente porta alla sconfitta di Kane. Venne stroncato da complicazioni seguenti un trapianto di cuore e polmone al quale si era sottoposto, il 3 giugno 1987.

La più straziante delle morti
L’ultima e più straziante delle morti legate alla saga di Poltergeist è quella di Heather O’Rourke, l’attrice che recitò la parte di Carol Anne, la bambina figura centrale dell’intera saga.

Aveva solamente dodici anni quando morì il 1° febbraio del 1988, per complicazioni legate ad una situazione intestinale apparentemente mal-diagnosticata e/o operata. L’ultimo capitolo della saga venne proiettato postumo, quattro mesi dopo la morte della giovanissima attrice.

Una serie di morti forse non esattamente insolite, ma legate tutte assieme dallo stesso filo conduttore rendono un quadro alquanto inquietante. Ed in questo caso, il collante che le lega tutte assieme è il precedentemente menzionato ‘dettaglio macabro’ legato all’originale Poltergeist.

Chiunque abbia mai visto il film può probabilmente ricordare il crescendo della sequenza finale, con la rivelazione della fonte del titolare poltergeist, con innumerevoli corpi che emergono dalla terra in una delle scene più iconiche del film.

Quello che non tutti sanno è che durante le riprese vennero usati dei cadaveri veri per realizzare quella sequenza, in un film in cui una famiglia si trova perseguitata perché vive su di un cimitero dissacrato.

Fossi stato in Spielberg, avrei speso qualche dollaro in più per degli scheletri finti. Il paranormale e cose come le maledizioni sono generalmente considerate folklore, storie da fuochi da campo. Ma non si sa mai.

di Simone Simeone