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“I popoli che non sanno ricordare il passato, sono condannati a riviverlo”
Questo aforisma, attribuito al filosofo ispano-americano George di Santayana, racchiude una verità su cui si basa la memoria storica. Ecco perché mette paura e orrore in Ungheria (e non solo) la richiesta al governo di registrare una lista degli ebrei e dei rom presenti nel Paese, in quanto rappresenterebbero “un rischio per la sicurezza nazionale”.

Una terribile affermazione, in uno Stato che tra gli anni Trenta e Quaranta ha visto quasi 600mila vittime nei campi di sterminio. Ancora peggio, se l’esternazione arriva da un esponente del governo stesso.

Torna l’incubo del razzismo
Marton Gyongyosi, il promotore dell’idea, appartiene al partito di estrema destra Jobbik, attualmente al potere insieme all’ala più moderata. Come si può leggere (anche online) sul quotidiano ungherese Hgv – e come pochi giornali italiani hanno puntualmente riportato – il “pericolo ebraico” deriverebbe “dall’attuale situazione a Gaza”, dove non si placa la guerriglia tra israeliani e palestinesi.

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Il politico, che è anche vice presidente della commissione per gli Affari Esteri in Parlamento, ha suggerito la proposta lunedì scorso, lasciando sgomenti gli esponenti moderati del governo (del partito di centro-destra Fidesz), tra cui il primo ministro Viktor Orbàn, il quale si è immediatamente dissociato.

Le prime reazioni contro l’assurda proposta antisemita in Ungheria sono arrivate dall’associazione “Raoul Wallemberg”, che prende il nome da un diplomatico svedese che salvò numerose vite nel Paese magiaro, durante l’occupazione nazista e che pertanto è stato nominato Giusto fra le Nazioni.

E in Italia?    
In Italia, invece, la notizia sembra essere passata quasi del tutto inosservata: le edizioni online dei nostri maggiori quotidiani non le hanno dato peso, la maggior parte non l’ha neanche citata e la televisione ha preferito tacere sull’argomento.

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Possibile che lo spettro dell’antisemitismo possa circolare per l’Europa, senza che in Italia raccolga indignazione? La nostra storia non ci ha insegnato niente? Nonostante i tanti assenti ingiustificati dell’informazione, l’uscita di Gyongyosi ha attirato  l’attenzione di Pubblico, quotidiano che ha un occhio di riguardo per le notizie estere.

Interessanti, in questo caso, i commenti dei lettori, che vanno da chi fa appello a un intervento dell’Unione Europea, a chi si lamenta del fatto che sia inutile sdegnarsi, quando si è lasciato che un partito di estrema destra diventasse la terza forza del Paese (in Ungheria, appunto, è al governo), mentre un altro cita l’aforisma di Santayana, meglio del quale non si potrebbe spiegare questa situazione.

Internazionale.it, rilancia in homepage un articolo del quotidiano spagnolo El Paìs, il quale ha riportato un’intervista del presidente della Federazione Ebraica in Ungheria, dove si parla di continui attacchi alla propria comunità (come al popolo Rom) nel Paese dell’Est, soprattutto dopo lo sbarco in Parlamento del partito Jobbik.

Uno spettro antidemocratico e razzista si aggira per l’Europa. Solo l’informazione può fermarlo; purché qualcuno la svegli.

di Luca Romeo