(foto fonte web)
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Un ispettore di polizia uccide la sua amante tagliandole la gola per dimostrare che, pur avendo seminato di indizi la scena del delitto, il potere che deriva dal suo ruolo istituzionale lo rende al di sopra di ogni sospetto.

Il film più noto di Elio Petri, nonché quello che ha ricevuto i massimi riconoscimenti internazionali (Gran Premio della Giuria a Cannes e Oscar come miglior film straniero).

Nerissimo apologo kafkiano (come da citazione finale) di implacabile lucidità nel sintetizzare la malsana ambiguità del potere che deriva dal Potere, inteso socialisticamente come inscalfibile ordine precostituito che porta con sé ab origine il cattivo germe del sopruso, della prepotenza e della violenza.

Non è del resto importante ai fini della storia conoscere le generalità del protagonista, misero e paradigmatico burattino esponente di una nobiltà di toga destinata a sopravvivere anche a se stessa in saecula saeculorum. La visione del mondo (non solo dell’Italia) di Petri & Pirro generò accesissime polemiche in un Paese in cui gli anni ’60 si erano simbolicamente chiusi col misterioso volo di un anarchico ferroviere dalla finestra di una questura (riguardo alla vicenda Petri girò nello stesso anno “Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli”, disponibile su Youtube).

Cinematograficamente parlando è un film potentissimo girato con sublime ironia, animato da un Volonté torrenziale e impreziosito dal geniale commento musicale di Morricone; la sua attualità aumenta paradossalmente con lo scorrere del tempo.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

(Elio Petri, 1970)
genere: Politico

http://cinema-scope.org/

recensione di Giuseppe Pastore