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Il Governo non aiuta? Poco male, posso cavarmela da solo. Questo il succo di un progetto che sta nascendo a Cernusco sul Naviglio, comune di oltre 30mila abitanti del milanese, per opera del sindaco Eugenio Comincini (Pd).

Il problema del paese meneghino è quello di tanti altri comuni italiani: con lo Stato che taglia il numero degli insegnanti, sono diminuiti rapidamente i posti per i bambini nelle scuole dell’infanzia. Con la forbice della crisi che non guarda in faccia nessuno, a essere colpiti sono anche quei bambini che allo spread e al deficit, preferiscono bambole e giocattoli.

L’iniziativa del primo cittadino e dell’assessore all’Educazione Maurizio Magistrelli va oltre l’ostacolo rappresentato dai tagli del governo. L’idea è quella di creare una sezione “ibrida” in cui far convergere i 31 bambini rimasti esclusi dagli asili.

Come si legge sul sito del Comune, la giunta “può mettere a disposizione una sezione già predisposta e arredata, ricercare due educatrici professioniste dipendenti di una cooperativa di assistenza e finanziare con 5mila euro l’acquisto di materiale per le attività dei bambini e per abbattere parzialmente il costo della sezione”.

Insomma il sindaco si prenderebbe la responsabilità di garantire una scuola anche ai bambini che non sono riusciti a entrare negli asili, ma senza passare per il Ministero dell’Istruzione, bensì organizzando autonomamente il corso e coprendo parte dei costi.

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Secondo il progetto del Comune, dopo il finanziamento stabilito la spesa aggiuntiva potrebbe essere pagata dai genitori dei piccoli ‘senza asilo’.

“Ipotizzando la presenza di 25 bambini (su 31, ndr) – continua la nota del Comune – si tratterebbe di 120 euro al mese per famiglia, importo decisamente inferiore alle rette delle scuole per l’infanzia private e di una baby-sitter per l’intera giornata”. Insomma una cifra ragionevole, nonostante escluda i servizi di mensa, pre-scuola e dopo-scuola, che comunque “sono conteggiati a parte anche alle scuole materne.

L’idea per superare la crisi e trovare una via d’uscita a questi tagli continui del Governo è stata lanciata, ora la palla passa ai genitori, che hanno tempo fino a maggio per avallare la proposta, con questo corso ‘alternativo’ che potrebbe verosimilmente prendere il via dal prossimo settembre.

Quasi un’autogestione quella del comune di Cernusco sul Naviglio, con un sindaco che è deciso a garantire un servizio ai cittadini, nonostante non ci siano le disponibilità da parte dello Stato. Per questo, Comincini è anche pronto a organizzare una manifestazione. “Vogliamo farla alla sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale – ha comunicato – per far sentire la voce della nostra protesta verso la mancata disponibilità di insegnanti per la scuola dell’infanzia decisa dal Ministero negli ultimi anni”.

Quando si dice ‘politica del fare’, bisogna tenere a mente questo esempio: “L’esigenza prioritaria è quella di trovare una soluzione – concludono sindaco e assessore – scuola, genitori e Comune devono sentirsi impegnati in questa direzione”.

Insomma se la crisi c’è e si fa sentire, non bisogna stare con le mani in mano. Il progetto c’è, la volontà pure: se anche i genitori approveranno il piano, Cernusco sul Naviglio diventerebbe un laboratorio che potrebbe essere imitato dai numerosi comuni italiani che si trovano nella stessa situazione. Finché lo Stato non potrà garantire un numero accettabile di insegnanti.

di Luca Romeo