Spread the love

big bang

Esiste un filo sottile fra la vita e la morte, fra la Scienza e il lato più fragile dell’essere umano, e questi si trova nel mistero dell’Universo.

Circa 14 milioni di anni fa una grande esplosione, chiamata successivamente Big Bang, diede origine anche a quell’angolo di Spazio di cui oggi facciamo parte.

Secondo le varie teorie il Big Bang portò con sé lo sviluppo di un’enorme massa di calore accompagnata da temperature assai maggiori di quelle del Sole (circa 6.000°C), e continuò ad espandersi nel corso del tempo originando una massa densa di plasma ed energia con una forza di gravità talmente elevata tale da non consentire nemmeno alle radiazioni di sfuggire.

Dal punto di vista chimico il Big Bang con le sue caratteristiche almeno nella fase iniziale della sua origine, non fu in grado di dar luogo alla materia, erano consentite le sole interazioni tra particelle a livello subatomico quindi soltanto in un secondo momento si formò la materia.

Dopo circa 376.000 anni la temperatura iniziò pian piano a diminuire garantendo l’aggregazione degli atomi per creare la materia, inoltre in questo frangente anche le onde elettromagnetiche riuscirono finalmente a propagarsi nello spazio che pian piano prendeva il posto del vuoto originario.

E’ strano pensare al Big Bang come un evento verificatosi circa 14 miliardi di anni fa e l’universo che oggi ci circonda. Se ci chiedessimo come possono essere correlate tra loro due cose così diverse, probabilmente fino a qualche tempo fa non avremmo avuto una risposta. Ma il mondo è pieno di scienziati originali e curiosi, quindi il loro rapporto diviene meno “particolare” se nasce un’idea nella mente di uno scienziato, J.G Cramer, di dimostrare al mondo intero che suono abbia avuto del Big Bang mentre nel corso degli anni origina il nostro universo

Già durante gli anni Sessanta, alcuni scienziati che studiavano l’origine dell’universo, avvalendosi del supporto della NASA identificarono una radiazione elettromagnetica presente in quel frangente con una frequenza di circa 160 GHz; inizialmente si pensò fosse una radiazione cosmica di fondo ma la sonda riuscì a tracciarne le caratteristiche precise, definendone sia la distribuzione spaziale che la temperatura di emissione escludendo quindi ogni possibilità confondente.

Mappando la radiazione ciò che appare inizialmente inverosimile è come un’onda riesca a propagarsi nel vuoto, ma in realtà subito dopo il Big Bang non è corretto parlare di vuoto assoluto, l’universo era in realtà piuttosto denso e questo garantì la formazione di onde sonore.

ASCOLTA QUI IL SUONO DEL BIG BANG

Nel 2001 John G. Cramer, Professore di Fisica all’Università di Washington scrive un articolo divulgativo ripercorrendo tutte le tappe di origine del Big Bang, parlando per la prima volta del suono che accompagna l’esplosione. Questa sua teoria stimola la curiosità di un bambino che in quel momento stava scrivendo una tesina sull’origine dell’universo e gli domanda se il Big Bang abbia effettivamente un suono.

Da una curiosità di un bambino nasce una grande idea, così Cramer realizza una grande impresa: quella di pubblicare una vera libreria caratterizzata dai suoni che accompagnano l’origine del nostro universo.

Il lavoro diviene più semplice quando la missione Planck pubblica per la prima volta la mappa dettagliata della radiazione cosmica di fondo, a quel punto Cramer rileva i valori della temperatura misurati dalla sonda della NASA (che, come abbiamo visto, rilevavano differenze di concentrazione di materia, cioè compressioni e rarefazioni assimilabili alla fenomenologia connessa alla propagazione di un’onda acustica) e li elabora attraverso un software per audio riproduzioni chiamato Mathematica il quale converte i dati in suoni, in poco tempo vengono prodotte delle registrazioni di durata variabile, da 20 secondi ad 8 minuti, che descrivono un effetto musicale simile a quello di un terremoto di magnitudo 9, che sarebbe caratterizzato dalla stessa “ melodia”.

Il Professor Cramer afferma che cento secondi di registrazione corrispondono al suono dell’Universo da circa 380.000 anni a 760.000 anni dopo il Big Bang; mentre l’universo si raffreddava ed espandeva le lunghezze d’onda divenivano via via più complesse ed allungandosi definivano una melodia sempre più “ raffinata”.

Le registrazioni ottenute da Cramer sono ora disponibili sulla rete, tutti noi potremmo usufruire dei file audio per ascoltare la melodia che accompagnò il Big Bang. Quindi cosa dire? Buon ascolto!

di Alessia De Felice

Citazioni Bibliografiche:

http://www.media.inaf.it/2013/04/05/la-voce-del-big-bang/

http://www.media.inaf.it/2013/04/05/la-voce-del-big-bang/

 

Immagine:

http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2013/01/bigbang-immagine-di-anateprima.jpg