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(foto fonte web)
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La nascita della vittimologia si colloca nella prima metà del secolo scorso grazie al contributo di Wertham, Hans Von Henting e Mendelsohn.

Wertham definì la “nuova scienza” con un taglio prettamente sociologico individuando il legame indissolubile che lega il criminale alla sua vittima secondo il principio: «ad ogni criminale la sua vittima».

Egli mette in evidenzia anche il concetto di deumanizzazione della vittima: «deumanizzare e degradare la vittima facilita la commissione del reato, poiché conente all’autore di razionalizzare il suo operato e di neutralizzare il senso di colpa rendendo possibile l’esecuzione del reato».

Von Henting ha studiato la vittima in modo sistematico. In “The criminal and his victim” elabora il concetto di coppia criminale: «autore e vittima sono legati da una relazione […] che li rende complementari […] dove si strutturano segni, messaggi, gesti significativi che contribuiscono attivamente alla commissione del reato». Infatti Von Henting elabora tre diversi concetti:

  • CRIMINALE VITTIMA. In base alle circostanze, ciascuno può diventare vittima o criminale.
  • VITTIMA LATENTE. La predisposizione a diventare vittima, e in un certo senso di attirare il proprio aggressore.
  • RAPPORTO VITTIMA-DELINQUENTE. Vi è un particolare rapporto che lega la vittima al criminale. Rapporto che vedere la vittima nel ruolo attivo scatenante l’evento.

Mendelsohn focalizzò la sua attenzione ai crimini violenti, introducendo il concetto di colpa da verificare nella vittima, cioè: «quanta responsabilità attribuire alla vittima per l’accadimento dell’evento».

La vittimologia – come afferma Gulotta – è la branca della criminologia che ha per oggetto lo studio: «della vittima del reato, della sua personalità, delle sue caratteristiche biologiche, psicologiche, morali, sociali e culturali, delle sue relazioni con l’autore del reato, e dal ruolo che essa ha assunto nella criminogenesi e nella criminodinamica».

La relazione sociale che si instaura tra autore e vittima rappresenta il fattore chiave nella comprensione dei reati violenti, infatti, la letteratura scientifica sul crimine ha focalizzato l’attenzione sull’importanza della relazione interpersonale che si instaura tra aggressore e vittima.

La vittimologia quindi come scienza multidisciplinare, che studia gli aspetti biologici, psicologici, psichiatrici, sociologici, giuridici e politici della vittima, per la risoluzione di crimini violenti, diventa strumento utile di investigazione perché le informazioni che si ricavano dallo studio della vittima sono molto importanti e riguardano: l’ambiente familiare; la presenza di problemi finanziari; eventuali precedenti penali; lo stile di vita; le abitudini sociali e sessuali; etc.

di Marco Arnesano