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 Le nuove tecnologie sono ormai divenute parte integrante delle esperienze quotidiane, l’universo della rete rappresenta al giorno d’oggi un’esigenza imprescindibile per tutti noi. Internet è passato da ‘’ottava meraviglia del mondo’’ a vero e proprio prolungamento della vita dell’essere umano: è divenuto praticamente essenziale un’inesauribile fonte di informazioni che forniscono risposte e soluzioni per qualsiasi tipologia di utente.

Ma se è vero che la rete rappresenta la più grande tappa rivoluzionaria del processo tecnologico, è vero altresì che l’utilizzo delle nuove tecnologie interagisce con il nostro apparato psichico: l’uso del computer richiede un reale adattamento mentale al suo funzionamento e spinge il soggetto ad adeguare le proprie funzioni cognitive al funzionamento della macchina. Inoltre l’uso della rete determina un ampliamento e un’ errata percezione dei confini del Sé.

Nel turbine dei rapporti sociali, dividiamo disperatamente la nostra limitata attenzione concedendo frammenti della nostra coscienza a ogni cosa o persona che richieda il nostro tempo. ‘’Ormai esiste un’ampia letteratura scientifica sulle connessioni tra condotte tossicomaniche e l’uso smodato dei mezzi tecnologici e di Internet’’ – ci spiega lo psicologo Alessio Testani – ‘’Così come il tossicomane nella fase iniziale di luna di miele con la sostanza viene a contatto con esperienze sensoriali incredibili ed appaganti, e quindi sente la possibilità di risignificare gli oggetti di relazione, anche i cosiddetti internauti scoprono come sia possibile entrare in uno spazio spesso significativamente gratificante rispetto ai loro bisogni’’.

Di seguito un breve estratto della nostra intervista al Dottor Testani.

  • Dottor Testani, quando potremmo iniziare a parlare di comportamenti disfunzionali o decisamente compulsivi?

Iniziamo col dire che i frequentatori abituali delle chat descrivono questi posti come un nuovo mondo, un’apertura mentale che gli ha permesso di padroneggiare varie modalità della relazione e del contatto interpersonale, ed arrivano a dire che soltanto grazie alla chat essi si sentono davvero liberi e felici. In queste persone molto spesso si segnalano, transitoriamente, da 1 a 6 mesi circa, comportamenti disfunzionali o decisamente compulsivi, in quanto sacrificano le ore di sonno notturno o anche rapporti ed impegni significativi, con risvolti molto gravi sulla loro vita.

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  • La dipendenza da internet ha diverse sfaccettature?

Si, la dipendenza da internet ha molte sfaccettature che ben si accordano con la multifunzionalità e versatilità della rete. Io cercherò di occuparmi della dipendenza da cyber relazioni, che è caratterizzata da un’ importante motivazione a stabilire rapporti di amicizia attraverso e-mail, chat rooms e social network a scapito delle relazioni reali.

Le relazioni che si instaurano in rete, sono spesso destinate a rimanere tali, poiché si preferisce mantenere un’immagine virtuale di sé idealizzata piuttosto che conoscersi realmente. Si tratta di rapporti con caratteristiche fantasmatiche, usando la definizione di La Barbera, in cui le aspettative e le proiezioni mirano a creare un’idealizzazione dell’altro, che è in rapporto più con i bisogni affettivi soggettivi che con la realtà della persona con la quale si instaura un contatto.

  • Quindi chi ha difficoltà a comunicare con l’Altro nella vita reale è potenzialmente più a rischio di dipendenza da internet?

Certamente, ciò è stato ampiamente confermato da numerose ricerche, l’ipotesi che le persone con difficoltà a comunicare con l’Altro siano quelle maggiormente indiziate a diventare dipendenti dalle possibilità di comunicazione offerte da Internet. In particolare, molte osservazioni hanno dimostrato che la dipendenza da Internet, alla stregua di altre dipendenze, trova terreno fertile spesso in persone affette da disturbo depressivo, disturbo compulsivo e polidipendenze.

Inoltre è altamente significativa la correlazione con situazioni ambientali difficili, la solitudine, i problemi coniugali, la disoccupazione, ma anche quelle persone che per ragioni inerenti la loro attività lavorativa sono costrette a passare molto tempo davanti al computer o a trascorrere molte ore in rete hanno più facilità a divenirne dipendenti.

  • Si può affermare che in verità la rivoluzione stia avvenendo nelle menti collettive?

Si, la vera rivoluzione che sta avvenendo nelle menti collettive è che la natura della relazione con la realtà sta progressivamente mutando, ossia il virtuale sta diventando reale come il reale, e la specie umana tende sempre di più a trincerarsi nella rappresentazione della realtà, piuttosto che nella realtà stessa.

Tutto ciò testimonia anche che ormai il reale ed il virtuale non sono più in contrapposizione, ma si completano e si esplicano a vicenda. Se si riuscisse a raggiungere un equilibrio funzionale e dinamico tra questi due mondi, evitando che uno dei due si annulli nell’altro o che si sovrappongano confusivamente gli ambiti, le tecnologie della comunicazione e del virtuale potranno essere le protagoniste indiscusse di una straordinaria avventura culturale ed umana.

Antonella Marchisella