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I cadaveri erano a terra, letteralmente immersi in un quantitativo di sangue importante. Nicole Brown riportava 12 ferite da arma da taglio, 12 coltellate fra le quali comparivano ferite da difesa sulle mani della vittima. L’efferatezza però la si coglie prepotente nel particolare della gola squarciata di Nicole, la sua testa era quasi mozzata e la ferita alla gola esponeva laringe e una vertebra, la C3 che riportava segni di incisione dati dalla forza con cui il coltello penetrava nel corpo della povera donna.

Sul corpo delle due vittime vennero rinvenute 20 ferite di arma da taglio, il coroner stabilì che entrambe l’ora del decesso per entrambe le vittime risaliva a diverse ore prima rispetto al ritrovamento.

I figli della ex coppia, Brooke e Justin, erano in casa al momento del delitto e dormivano, nessun testimone venne rilevato.

La macchina delle indagini cominciò a incrociare i dati in suo possesso ed emerse, com’è prevedibile, la situazione denunciata dalla vittima sulle violenze domestiche dell’ex marito.
Come procedura il Los Angeles Police Department cercò di contattare Simpson, scoprendo che l’ex marito era in volo da Los Angeles a Chicago. Quando gli riferirono della morte della ex moglie, O.J. rientrò a Los Angeles nel pomeriggio dello stesso 13 giugno. E ad attenderlo trovò le manette.
Portato in centrale di polizia venne sottoposto a interrogatorio e successivamente rilasciato; il giorno successivo, il 14 giugno 1994, O.J. Simpson assume l’avvocato Robert Shapiro.

Ma la svolta la si ha in seguito alle analisi eseguite sulle macchie di sangue rinvenute nel giardino, che risultavano compatibili con quello di O.J. Simpson; svolta che comportò la formulazione del capo d’imputazione di duplice omicidio di primo grado, nella notte fra il 16 e il 17 giugno 1994.
Al suo legale, Robert Shapiro venne notificata l’imputazione a carico del suo assistito alle 08 e 30 del 17 giugno, informandolo che il termine massimo per la possibilità di consegnarsi spontaneamente scadeva alle 11 della stessa mattinata, scaduto il tempo Simpson sarebbe stato considerato fuggitivo.
Shapiro raggiunse l’abitazione di Robert Kardashian, che ospitava Simpson e in quel momento l’avvocato ricevette la telefonata dalla polizia che intimava la consegna del suo assistito. Robert Shapiro rivelò dove si trovasse Simpson, adducendo come scusa per il ritardo una visita medica cui il suo assistito dovette sottoporsi a causa di una grave forma di depressione.

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