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Ma perché quando si parla di Henri Landru molti si riferiscono a lui  additandolo come “il vero Barbablù”?

La fiaba di Barbablù, scritta da Perrault nel 1697, narra di un uomo che uccide le sue mogli e ne nasconde poi i corpi in cantina. La figura di “Barbablù”, con il tempo, è diventata una figura che la storia ha finito con l’accostare all’immagine dell’uomo violento e brutale. Quando scoppiò dunque “L’affare Landru”, molti uomini e donne del tempo, finirono col convincersi che Henri Landru non fosse altro che l’immagine vivente di Barbablù.

L’attività criminale di Landru, tuttavia, si sviluppa in un periodo storico ben lontano dal 1697. La svolta che lo spinse a diventare un assassino seriale, infatti, arrivò solo nel 1915. Henri Landru, a partire proprio da quell’anno, si spacciò per un vedovo benestante in cerca di moglie. Lo scopo dell’uomo era quello di attirare tra le sue grinfie donne sole e ricche fingendo, col fine ultimo di sedurle, condizioni di agiatezza economiche mai esistite. Landru, dopo aver pubblicato i propri annunci sui vari giornali dell’epoca, prendeva i primi contatti con le donne instaurando con loro rapporti di corrispondenza epistolare. L’uomo, una volta conquistata la fiducia di queste ultime, invitava poi le stesse nelle sua villa a Gambais, un abitazione signorile maestosa che Henri spacciava per sua ma che, in realtà, affittava solo per quelle occasioni. Il soggiorno a Gambais aveva come unico obiettivo quello di far credere alle signore che l’intenzione del ricco vedono fosse quella di sposarle. In questo modo Landru riusciva a raggirarle facendo firmare loro una procura che gli permetteva di prendere possesso dei loro conti bancari e di tutti i loro beni materiali. Ottenuto quanto desiderato ad Henri Landru non restava che sbarazzarsi delle donne per questo motivo, prima le strangolava e poi, dopo averle fatte a pezzi, si liberava dei loro corpi bruciando i resti nel camino della villa.

I primi a sospettare delle attività losche di Henri Landru furono proprio gli abitanti residenti nelle vicinanze della dimora di Gambais. Questi, in particolare, trovarono strano che il camino fosse spesso acceso in periodi in cui, per via delle temperature miti, non era necessario ricorrere al riscaldamento degli edifici. Da quel fumo inoltre proveniva un terribile e pestilenziale odore che, inevitabilmente, finì con l’insospettirli. I vicini allora decisero di segnalare la cosa alla polizia ma Landru, di fatto, attentissimo nel distruggere tutte le volte le prove di ogni suo delitto, riuscì a passarla liscia per diverso tempo. Henri infatti, dopo aver bruciato completamente i corpi delle vittime, a fuoco spento, puliva accuratamente il forno da tutta la cenere e poi, per ultimare i lavori, spargeva nei campi i resti avanzati (ossa, denti o altre parti del corpo non eliminate completamente dal fuoco). Dentro casa, dunque, nessuna traccia delle sue attività criminali, né tanto meno delle sue vittime.

Nel 1918 però qualcuno iniziò a indagare su alcune di quelle donne che, dopo essere andate a trovarlo, erano di fatto scomparse nel nulla. Il sindaco di Gambais infatti ricevette proprio in quell’anno delle lettere sospette da parte di due famiglie non residenti nella sua contea. Nella prima lettera recapitatagli venivano chieste informazioni su una certa Anne Collomb, una donna di cui si erano perse le tracce dopo il suo trasferimento a Gambais con un tale di nome Dupont. Questa prima segnalazione però non insospettì il sindaco che, di fatto, si limitò solo a rispondere dicendo che non conosceva la persona cui si chiedevano informazioni. Quello che poi spinse il primo cittadino della città ad agire concretamente fu l’arrivo di una seconda lettera. Come nel caso di Anne Collomb, anche in questo messaggio si parlava della scomparsa di una donna, Célestine Buisson, di cui non si avevano più notizie dopo che, la stessa, aveva deciso di stabilirsi a Gambais  insieme ad un uomo di nome M. Frémyet.  Il sindaco contattò le due famiglie di origine delle donne, le quali, dopo un primo confronto, si accorsero che, in realtà, in entrambi i casi stavano parlando della stessa persona. Le ragazze infatti avevano risposto alle stesso annuncio pubblicato sul quotidiano Le Petit Journal e, dopo aver raggiunto l’uomo che le aveva sedotte, erano scomparse nel nulla senza lasciare traccia. Appurato ciò, i familiari delle vittime presentarono allora regolare denuncia alle forze dell’ordine cui indagini, tuttavia, non portarono a niente.

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