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Fish soffriva di una grave forma di masochismo, raccontò di come gli piacesse farsi picchiare e di quando, a volte, ricorreva ai figli chiedendo loro di fargli male, raccontò di come si infliggeva punizioni corporali, raccontò degli aghi asserendo che quelli ritrovati nell’ano arrugginiti fossero solo quelli che non era più riuscito a togliere. Alcuni fra quelli aghi venivano prima surriscaldati al punto da renderli roventi e precisò che quelli roventi li preferiva nell’ano perché, se infilati nei testicoli, questi tendevano a cauterizzare la ferita favorendo la cicatrizzazione in tempi, a suo dire, troppo brevi.

Albert Fish non dimostrò mai, in nessuna fase delle numerose confessioni, né in quelle del processo o delle stesse ricostruzioni, la benché minima empatia verso le sue piccole vittime. Non dette mai segno di pentimento, anzi ebbe a sottolineare, a mo’ di spiegazione, come il suo fosse un “impulso irresistibile a mangiare la carne umana nelle prime notti di luna piena, danzando subito dopo il pasto nudo sotto di essa“.

La difesa volle provare a giocarsi la carta dell’infermità mentale dell’accusato, ma questo percorso non sortì l’effetto sperato, venne infatti messo a morte, attraverso sedia elettrica.

Sentenza eseguita il 16 gennaio 1936.

Hamilton Howard “Albert” Fish, accolse la sentenza di morte con entusiasmo e numerose sono le testimonianze che ne riportano una sottile eccitazione da parte dello stesso per tutta la giornata che terminò con l’esecuzione.

Al momento di prendere posizione sulla sedia elettrica, Albert Fish, collaborò con i carcerieri per meglio posizionare le fibbie contenitive della sedia; voleva sincerarsi di sentire tutto e per bene perché si confessò eccitato all’idea di ricevere quella che lui stesso definì “la scossa suprema“. Era, per lui, un’esperienza non ancora provata.

Un particolare agghiacciate sull’esecuzione del condannato: la prima scossa non lo uccise perché gli spilli infilati nel corpo crearono un corto circuito. Fu necessaria l’applicazione di una seconda scossa di maggior intensità per ricacciare quel demone nei suoi inferi.

Lucia Codato

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